Italia-Francia
Paese che vai,
gusto che trovi
In Italia l’allevamento del bovino da carne si è sviluppato nelle regioni in cui abbondano mais e cereali, alimenti principali utilizzati negli allevamenti. La richiesta di carne del Paese è però superiore alle risorse autoctone, e per questo motivo a partire dagli anni ’60 si è creato un flusso costante di approvvigionamento di vitelli dall’Europa, e in particolare dalla Francia.
Tra le razze che maggiormente hanno contribuito allo sviluppo dell’allevamento da carne in Italia troviamo senz’altro la Blonde d’Aquitaine. È la più allevata in Piemonte perché risponde alle richieste del consumatore che, abituato alla carne della pregiata razza Piemontese, predilige un prodotto magro, tenero e delicato nei sapori, tutte caratteristiche che si ritrovano nella carne di questa razza.
Le differenze
C’è da segnalare che storicamente i consumi in Italia e in Francia presentano una differenza sostanziale. I transalpini amano le carni più grasse, di colore più vivo e intenso e soprattutto più mature. Per questo vengono macellati soprattutto capi adulti o comunque più vecchi, come le vacche di 6/7 anni a fine carriera riproduttiva.
In Italia invece, da sempre, consumano carni più tenere, con colore più chiaro e soprattutto con gusto più delicato. Gli animali più adatti a soddisfare questi requisiti sono i vitelloni, cioè capi giovani maschi e femmine di età compresa tra i 12 e i 24 mesi.
Ecco perché i vitelli da ristallo francesi hanno trovato una naturale collocazione commerciale negli allevamenti italiani specializzati nella produzione di carne.
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